Chip semiconduttori, la crisi continua anche nel 2022, le conseguenze finora

Nell’ultimo anno abbiamo sentito parlare sicuramente della crisi che sta coinvolgendo i mercati che riguardano l’high tech e i chip semiconduttori, e le conseguenze si vedono soprattutto nel settore automobilistico.

Perché c’è una carenza di chip nel settore auto?

Ci sono alcuni motivi per cui questa carenza di microchip sta colpendo particolarmente le case automobilistiche. Ogni modello di auto ma di qualsiasi veicolo, sono dotati di sistemi e di caratteristiche di sicurezza di alta ingegneria. Ognuna di queste funzionalità ricche di tecnologia si basa su chip semiconduttori e quando nel marzo 2020 sono iniziati i lockdown, a causa covid-19, le case automobilistiche hanno previsto un enorme calo della domanda di auto nuove. La domanda è effettivamente diminuita, ma solo temporaneamente, e quindi si sono trovati con una valanga di richieste di nuove auto, ma senza chip. La costruzione è un processo molto lungo, complesso, costoso e dispendioso, per produrre un singolo chip c’è bisogno dalle 13 alle 20 settimane, e ci sono solo due produttori di chip auto in tutto il mondo.

Cosa hanno fatto le case automobilistiche per contrastare la carenza di chip?

Gruppi come Volkswagen, hanno deciso di apportare modifiche alle centraline, in modo tale da sviluppare un unico componente che permetterebbe di compiere funzioni di più chip, ma questo progetto è ancora in fase di studio. BMW invece ha deciso di realizzare il prodotto finito, ma da completare soltanto con i chip, man mano che arrivano, e si tratta dell’ “Hole shoring”.

Quali sono le conseguenze? E il mercato come ne ha risentito?

Nell’ultimo anno, questa carenza di chip si è tradotta direttamente in una carenza di nuovi veicoli nei lotti di automobili. Una carenza di scorte significa che le nuove auto non sono solo difficili da trovare, vengono anche vendute al prezzo al dettaglio suggerito dal produttore e il periodo d’attesa per un auto nuova parte dai 3 mesi, Oltre a questo il mercato si è spostato sul parco veicoli dell’usato, ma con la conseguenza dell’aumento del prezzo d’acquisto.

Quando finirà?

Nessuno può sapere per certo quanto si potrà vedere la normalizzazione, ma alcuni esperti ci dicono che entro la metà del 2020 la domanda è offerta sarà stabile.

Back To Top