Quali sono le tipiche poesie di Carnevale?

carnevale

Da anni ormai, in occasione delle feste, nelle scuole vengono insegnate numerose poesie a tema. Molto spesso inoltre gli studenti espongono le poesie nelle famose recite scolastiche. Secondo gli insegnanti lo studio delle poesie sia favorevole per l’apprendimento degli studenti e per lo sviluppo della memoria. Adesso però vediamo quali sono le tipiche poesie studiate per la ricorrenza del Carnevale.

Carnevale

Il vestito dell’amicizia

Arlecchino, poverino
non aveva vestitino.

Ogni bimbo gli ha portato
un pezzetto colorato
e la mamma gli ha cucito
un bellissimo vestito.

È di tanti bei colori
come tanti sono i cuori
che han donato la letizia
con un gesto d’amicizia.

Carnevale G. Mazzeo

Carnevale balla e canta
fa sorrisi a tutti quanti:
scarpe vecchie e grossi guanti…
Tutti allieta, tutti incanta.
Va girando tutto il mondo
per donare l’allegria;
Carneval bello e giocondo
il dolor vuol cacciar via.

Il vestito di Arlecchino G. Rodari

Per fare un vestito ad Arlecchino
ci mise una toppa Meneghino,
ne mise un’altra Pulcinella,
una Gianduia, una Brighella.
Pantalone, vecchio pidocchio,
ci mise uno strappo sul ginocchio,
e Stenterello, largo di mano
qualche macchia di vino toscano.
Colombina che lo cucì
fece un vestito stretto così.
Arlecchino lo mise lo stesso
ma ci stava un tantino perplesso.
Disse allora Balanzone,
bolognese dottorone:
“Ti assicuro e te lo giuro
che ti andrà bene li mese venturo
se osserverai la mia ricetta:
un giorno digiuno e l’altro bolletta!”.

Il girotondo delle maschere G. Gaida

E’ Gianduia torinese
Meneghino milanese.
Vien da Bergamo Arlecchino
Stenterello è fiorentino.
Veneziano è Panatalone,
con l’allegra Colombina.
Di Bologna Balanzone,
con il furbo Fagiolino.
Vien da Roma Rugantino:
Pur romano è Meo Patacca.
Siciliano Peppenappa,
di Verona Fracanappa
e Pulcinella napoletano.
Lieti e concordi si dan la mano;
vengon da luoghi tanto lontani,
ma son fratelli, sono italiani.

Carnevale

È arrivato il carnevale,
scoppia come un temporale!
Canti, balli e improvvisate
fra una pioggia di risate!
Con le maschere in tempesta
tutto il mondo fa gran festa!
Scoppia come un temporale,
è arrivato il carnevale!

Le maschere di Carnevale Attilio Cassinelli

Arlecchino ti presento
tutte toppe ma contento.
e Brighella suo compare,
cosa pensa di brigare?
Scaramuccia faccia buffa
sempre pronto a far baruffa.
E Tartaglia che non sbaglia,
quando canta non tartaglia.
Meneghino che, pian piano,
va a passeggio per Milano
e Pierrot vediamo qui
che è venuto da Paris.
Vuoi sapere chi è costui?
Peppe Nappa, proprio lui
Pulcinella saggio e arguto
che da Napoli è venuto.
E Gianduia piemontese
che di tutti è il più cortese.
Da Bologna ecco che avanza
Balanzon dalla gran panza.
Tutti insieme fan colazione
e chi paga è Pantalone!

Finalmente è Carnevale

Ogni scherzo adesso vale,

 sono giorni d’allegria

 tutto è gioia e simpatia.

   C’è letizia dentro i cuori

 tutti i bimbi vanno fuori,

 delle maschere è la festa

 Arlecchino sempre in testa.

   Più degli altri poverello

 ma il vestito suo è il più bello,

 di colori e luce pieno

 sembra sia l’arcobaleno.

   E’ da sempre squattrinato

 ma in amore  fortunato,

 ama quella mascherina

 che si chiama Colombina.

   E felice lui saltella

 abbracciato alla sua stella,

 è l’amico dei bambini

al suo cuor sempre vicini.

Canzonetta di Carnevale

Pulcinella aveva un gallo;
tutto il giorno vi andava a cavallo,
con la briglia e con la sella.
Viva il galletto di Pulcinella!

 Pulcinella aveva un gatto;
tutto il giorno saltava da matto,
suonando una campanella.
Viva il gattino di Pulcinella!

Carnevale

Nelle piazze in ogni via
c’è un’allegra compagnia
che vestita in modo strano
canta, balla e fa baccano.
Mascherine mascherine
siete buffe ma carine
con i vostri nasi rossi
fatti male, storti e grossi
con i costumi che indossate
con gli scherzi che vi fate
voi portate l’allegria
in qualunque compagnia.

Carnevale vecchio e pazzo Gabriele D’Annunzio

Carnevale vecchio e pazzo
s’è venduto il materasso
per comprare pane, vino,
tarallucci e cotechino.
E mangiando a crepapelle
la montagna di frittelle
gli è cresciuto un gran pancione
che somiglia ad un pallone.
Beve, beve all’improvviso
gli diventa rosso il viso
poi gli scoppia anche la pancia
mentre ancora mangia, mangia.
Così muore il Carnevale
e gli fanno il funerale:
dalla polvere era nato
e di polvere è tornato.

Arlecchino L. Maraldi

Con un saltello ed un inchino
eccomi a voi: sono Arlecchino.
Son fra le maschere di Carnevale
la più festosa, la più geniale.
Il mio vestito? Fu una sorpresa,
lo cucì la mamma con poca spesa
perché potessi ben figurare
al grande ballo di Carnevale.
Son far scherzetti, son birichino:
rido alla vita, come un bambino:
saluto tutti anche a distanza
con un leggero passo di danza.

Colombina Ed Fabbri

Colombina
di mezza sera
cerca, cerca
la primavera
la più bella che ci sia
se la vuole portar via.
Ecco qua
che l’ha trovata
tutta bella incipriata
con le scarpe di cioccolata
Colombina alla sera va.
Alla sera di Carnevale
Colombina andò a ballare
da un vecchio Barbablù
che saresti proprio tu.

di Rosangela Fine

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