Crollo della Credit Suisse, cosa rischia l’Italia: le analisi

Dopo il crollo della Credit Suisse, sono nate forti pressioni su tutte le banche d’Europa, analisti, statistici ma anche i cittadini, si chiedono quali saranno le ripercussioni sulle banche Italiane

Cosa dicono gli esperti

Il rischio “contagio” non è un’ipotesi, i mercati infatti scommettono già su quella che potrà essere la nuova vittima dell’effetto domino: un altro colosso europeo come Deutsche Bank.

Il possibile coinvolgimento della banca tedesca è negli studi realizzati per capire i rischi che corre l’Eurozona. In questi studi è coinvolta anche l’Italia che, nei giorni del crack Credit Suisse ha registrato diversi crolli in borsa piuttosto importanti.

Cosa rischiano le banche Italiane

Secondo quanto sostenuto dagli esperti, il nostro Paese non sarebbe a rischio, uno studio di Bloomberg Intelligence sancisce che le prime 25 banche europee possono contare su una eccedenza di capitale per circa 55 miliardi di euro, di cui 38 miliardi di euro sono in possesso di istituti importanti, come UniCredit, Intesa Sanpaolo, ING Groep, Société générale, Nordea, UBS e Credit Agricole.

Le parole del governatore della Banca d’Italia

La crisi di Credit Suisse di questi giorni è “un campanello di allarme” per le autorità di vigilanza europee e la loro gestione delle crisi.

Ignazio Visco Governatore della Banca d’Italia

Il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco in conferenza alla commissione finanze della Camera torna a chiedere uno strumento per la gestione rapida delle crisi degli istituti medi e piccoli, ed evitare così problemi che si accumulano nel tempo, “la vigilanza ha avuto difetti ma sono state prese decisioni rapide, specie negli Usa e credo che se noi in Europa avessimo una crisi, per le piccole e medie banche non avremmo uno strumento di intervento immediato, come dico da anni“, ha aggiunto successivamente Visco, “il crack di Credit Suisse è una lezione importante“.

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