Giro d’Italia: la storia e i protagonisti

Il Giro d’Italia è una corsa a tappe di ciclismo professionale maschile che si svolge ogni anno. Fu istituito nel 1909 grazie all’idea di alcuni giornalisti, cioè: Eugenio Camillo Costamagna, Tullo Morgani e Armando Cougnet.

È una delle corse ciclistiche più importanti insieme al Tour de France e alla Vuelta a España. Si è sempre disputato nell’arco di tre settimane tra maggio e giugno tranne nei due conflitti mondiali, nel 1946 quando si disputò nelle settimane tra giugno e luglio e nel 2020 a causa del COVID-19 ma si disputò a ottobre. Attraversa tutta l’Italia e raramente sconfina.

La partenza cambia ogni anno mentre l’arrivo è generalmente posto a Milano, sede dalla Gazzetta dello Sport. Inoltre, dal 1931, il colore delle pagine del quotidiano, ovvero il rosa, è quello della maglia del ciclista primo in classifica. Per questo motivo la competizione ciclistica è nota come “Corsa rosa”.

Tutta la storia

L’evento venne istituito, per la prima volta, dalla Gazzetta dello Sport il 24 agosto 1908 e la prima edizione partì il 13 maggio del 1909. La corsa prevedeva sempre 8 tappe e circa 2.448 chilometri. Il primo vincitore storico che ricordiamo fu, Luigi Ganna, che si aggiudicò il premio in denaro di 5.250 lire.

Da allora il Giro si è sempre corso quando l’Europa era terra di morte e anche gli sportivi dovevano imbracciare le armi per combattere nei rispettivi eserciti, ad eccezione delle guerre mondiali che si sono tenute nel corso degli anni.

Nei decenni, nonostante la passione per la bicicletta fosse stata sostituita da quella per il pallone, il Giro d’Italia ha sempre regalato delle imprese epiche e rivalità leggendarie come il dualismo tra Fausto Coppi e Gino Bartali, che erano due tra i più importanti sportivi italiani che tra gli anni ’30 e ’50 si contendevano il primato nazionale e internazionale su bici.

La rivalità tra Coppi e Bartali

Due tra i più importanti ciclisti sono stati proprio Coppi e Bartali. Tra i due ciclisti c’era sempre stata una rivalità ed è stata, nel secondo dopoguerra, uno degli argomenti più dibattuti d’Italia: questa rivalità fu una delle più famose nel mondo dei pedali, insieme anche a quella tra BindaGirardengo e tra Moser e Saronni, riempiendo per oltre un decennio le cronache sportive, contribuendo in modo fondamentale a rendere il ciclismo uno sport di massa al centro dell’attenzione dei mass-media.

Di Rosangela Fine, Benetta Pia Cardillo e Marika Macellaro

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