L’inflazione in Italia continua a rallentare. Torna ai livelli di aprile 2022

Secondo gli ultimi dati provvisori, a luglio l’inflazione in Italia è scesa al 6,0% su base annua, dal 6,4% del mese precedente. L’ISTAT ha pubblicato oggi le stime preliminari che confermano la discesa dell’inflazione nel nostro paese che prosegue da inizio anno. La dinamica dell’inflazione resta ancora fortemente influenzata dall’andamento dei prezzi dei Beni energetici (i non regolamentati sono scesi da +8,4% a +7,0%), dai servizi relativi ai trasporti (scesi da +4,7% a +2,4%) e, in misura minore, degli alimentari lavorati (da +11,5% a +10,9%), degli altri beni (da +4,8% a +4,6%), dei Sevizi vari (da +2,9% a +2,7%) e dei Tabacchi (da +2,5% a +1,9%). Rallenta anche l’inflazione di fondo, che a luglio si attesta al +5,2%, e il cosiddetto carrello della spesa, che scende da 10,5 a 10,4%.

“Per una coppia con due figli, l’inflazione a +6% significa una mazzata pari a 1.725 euro su base annua, di questi ben 838 servono solo per far fronte ai rialzi del 10,9% di cibo e bevande. Per una coppia con un figlio, la spesa aggiuntiva è pari a 1.571 euro, 757 per mangiare e bere. In media per una famiglia la sberla è di 1.307 euro, 615 per prodotti alimentari e bevande analcoliche. Il primato alle famiglie numerose con più di tre figli con un esborso aggiuntivo pari a 1947 euro, oltre mille euro la stangata per nutrirsi e dissetarsi, 1.001 euro”, commenta l’Unc.

Oggi l’Istat ha pubblicato anche i dati preliminari relativi al Pil (prodotto interno lordo), che nel secondo trimestre 2023 cala dello 0,3% sul trimestre precedente e sale dello 0,6% su base annua. Si tratta della decima crescita trimestrale consecutiva. Si stima che alla base di questo risultato ci sia una flessione sia del settore primario, sia di quello industriale, a fronte di una moderata crescita del comparto dei servizi. “Dal lato della domanda – commenta l’Istituto di statistica – la flessione proviene dalla componente nazionale al lordo delle scorte, con la componente estera netta che ha fornito un apporto nullo. In termini di variazione acquisita, per il 2023 la crescita si attesta nel secondo trimestre allo 0,8%, in leggera discesa rispetto al valore del primo trimestre, che era stato pari allo 0,9%”.

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