Milano Fashion Week: tiriamo le somme

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Milano ha da poco salutato l’ultimo giorno della Fashion Week 2021 che ha visto la ripresa degli show in presenza, con un totale di 65 sfilate di cui 42 in presenza e 23 a distanza.

Un ritorno a una semi-normalità che in alcuni casi ha ben evidenziato come la pandemia, contro la quale lottiamo tuttora e saremo costretti a fare i conti ancora per un bel po’, stia ancora modificando il modo in cui le collezioni vengono presentate.

Le cose più interessanti della Milano Fashion Week 2021

Abbiamo deciso di fare una sorta di recap delle cose più interessanti viste in questa settimana, sia dal punto di vista strettamente legato alle collezioni sia da quello dei contesti all’interno dei quali sono state presentate.

Partiamo da Prada che ha saputo sapientemente mescolare virtuale e reale con una presentazione simultanea tra Milano e Shanghai. Gli stessi look sfilavano nello stesso momento sia a Milano che a Shanghai mentre gli avventori potevano osservare attraverso degli schermi istallati nelle due location ciò che succedeva dall’altro capo del mondo. 

Prada è stata l’unica maison ad aver sentito la necessità di “ricordare”, attraverso le immagini che arrivavano da Shanghai e da Milano, quanto gli ultimi due anni siano stati avari di contatto fisico – così come la campagna FW21 “Feels Like Prada”. Fendi e Versace ripetono, anche se partendo da concetti diversi almeno sulla carta, il lavoro fatto da Balenziaga e Gucci. Per Fendi e Versace invece si parla di una “semplice” collaborazione in cui Donatella e Silvia Venturini Fendi si sono scambiate i ruoli per ispirarsi l’una alla visione dell’altra.

Kim Jones ha unito le forze con Venturini Fendi per disegnare rispettivamente la linea femminile e maschile di Versace, mentre Versace ha reinterpretato Fendi attraverso la sua estetica unica attingendo dagli archivi della maison. “VERSACE BY FENDI” è una chiara ispirazione agli anni ’90 e alla loro estetica mentre gioca con il concetto di dualità, “FENDI BY VERSACE” invece ha visto Donatella spingersi verso un approccio più punk e ribelle. Lo show si è svolto nell’assoluto silenzio rotto soltanto dal vociare estasiato del pubblico. Un trionfo di bianco e di nero, di rosso e verde, di surrealismo e arte, il collettivo di Anversa stupisce costantemente e stavolta poi porta, insieme ai pochi invitati allo show, all’interno della loro visione che rispecchia il minimalismo concettuale tipico del nord Europa.

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